Storia dell'Isola d'Ischia

La storia dell'isola di Ischia è lunga e molto complessa.

Pur essendo infatti un territorio piccolo e staccato dalla terra ferma, gode di una posizione che si inscrive perfettamente sulle rotte commerciali del mediterraneo, il che l'ha reso un luogo particolarmente interessante nella geopolitica antica, medioevale e moderna.

 

Una data importante è l'VIII a.C. quando i coloni greci provenienti da Eubea, si stabiliscono nell'isola d'Ischia che e vi fondando Pithecusae. Il toponimo le deriva da Pithos, orcio, la ceramica ischi tana sarà infatti uno dei principali prodotti dei coloni greci in questa comunità mercantile a prevalenza greca, in cui convivevano anche numerosi coloni etruschi e fenici. A Pithecusae che era nata come emporio multietnico è stata ritrovata durante gli scavi effettuati nella metà del Novecento la più antica firma di arte vasaia greca finora pervenuta, la Coppa di Nestore. I contatti e gli scambi commerciali con la costa siriana sono frequenti, come attestano i massicci ritrovamenti di oggetti di importazione orientale: sigilli incisi, ceramica fenicia, scarabei egizi.

 

Dal IV secolo a.C. passò sotto il dominio romano, e continuò il suo ruolo di centro di attività commerciale e manifatturiera. In quest'epoca l'emporio ischitano si sposta a est nella zona di Carta Romana, di fronte al Castello Aragonese, dove è stato scoperto un insediamento industriale chiamato Aenaria. Il sito sprofondò per bradisismo verso il 130-150 e oggi si trova sott'acqua a 5-7 metri sotto il livello del mare. E' visitabile a bordo con barche dal fondo trasparente

 

In epoca bizantina l'isola ebbe un governatore proprio con il titolo di Conte, alle dirette dipendenze del Ducato di Napoli. Anche questo periodo è attestato da ritrovamenti archeologici: "ceramica bizantina", oggetti di metallo.

Il castello aragonese

Giungiamo al Medioevo quando per l'isola si apre il capitolo più drammatico, quello delle incursioni saracene che dureranno centinaia di anni. La popolazione comincia a rifugiarsi sul Castello Aragonese, dove sorge una vera e propria cittadella fortificata. Intanto l'isola non si chiama più né Aenaria né Pithecusa ma Iscla, una contrazione della parola insula, isola. Anche per questo passaggio abbiamo una testimonianza, questa volta si tratta di un documento del 812. È una lettera che Papa Leone III invia all'imperatore Carlo Magno per raccomandargli le sorti degli abitanti di "Iscla Maior", cioè, dell'isola grande. La chiama così per differenziarla dall'isolotto del castello, detto "Insula Minor. Durante il conflitto aragonesi-angioini il castello è teatro di scontri e viene fortificato sempre più.

 

Nel Medioevo e nel Rinascimento molti re calcano la terra ischi tana, segno dell'importanza dell'isola: nel 1320 il re Roberto d'Angiò con la moglie Sancia soggiornò sul Castello Aregonese. Nel XV secolo Alfonso d'Aragona è spesso a Ischia insieme alla sua favorita, la bellissima Lucrezia d'Alagno, che poi diverrà signora del Castello.

Anni più tardi anche Federico I si ritirò a Ischia per qualche tempo.

Nel XVI secolo Ferdinando il Cattolico concedette il dominio a vita dell'isola d'Ischia a Costanza d'Avalos.

Siamo in pieno Rinascimento, un periodo particolarmente ricco per il Castello Aragonese grazie al cenacolo umanista che si sviluppo attorno a Vittoria Colonna.

Vittoria aveva sposato il 27 dicembre del 1509 Ferrante d'Avalos, con una cerimonia rimasta celebre per sfarzo e ricchezza.

 

Luci e ombre però si alternano nel cinquecento ischitano: nel 1554 il pirata Barbarossa con i suoi corsari saccheggia e devasta ogni angolo d'Ischia e così fanno altri pirati.

Forio per difendersi erige varie torri di avvistamento, tuttora presenti nel tessuto urbanistico del paese, di cui la più celebre è il Torrione.

Nella sua lunga storia, Ischia segue da vicino le sorti di Napoli, quindi nel 1734 anche l'isola diventa dominio borbonico con Carlo III.

Intanto in questo giro di secoli, il Castello si è man mano spopolato e sono sorti vari altri centri importanti su tutto il territorio ischitano che daranno vita poi agli attuali sei comuni. Giungiamo all'Ottocento, troviamo una data importante per Ischia. Il 17 settembre del 1853 il lago vulcanico di Ischia viene trasformato in porto. E' un'opera voluta da Ferdinando II di Borbone che presenzia all'inaugurazione a bordo del suo vascello.

 

Il porto di Ischia rappresenterà anche la metaforica apertura dell'isola alla contemporaneità e ad una nuova era, quella turistica. L'approdo sull'isola di personaggi illustri durante gli ultimi due secoli segnerà un nuovo, importante capitolo della storia isolana.